Riporto di seguito la recensione di Ninna Nanna di Chuck Palahniuk, pubblicata in QLibri.
Ne seguiranno altre e le pubblicherò sempre anche in questo blog (perché chi scrive, in fondo e in realtà, nasce sempre leggendo).
Il mondo di Carl Streator è popolato da streghe, manipolazione del
pensiero, incantesimi di possessione, lotta tra il bene e il male e il
dubbio se davvero questi siano così distinguibili tra loro.
Le vicende di quello che sembrerebbe il mondo parallelo nel quale tutti
avremmo paura di inciampare, non è altro che lo sguardo allucinato su
come le nostre vite siano davvero possedute e i demoni responsabili non
sono altro che abili comunicatori.
Il Grande Fratello, l'onnipresenza dei media, la sensazione di essere
seguiti, di essere spiati, manipolati: questa è la nostra vera fobia
contemporanea, l'ossessione sottile che ci tiene svegli. Palahniuk
traveste e colora i nostri incubi con atmosfere e personaggi ai limiti
dell'assurdo - perché sembra volerci dire che una cosa è più
distintamente riconoscibile quando la si guarda attraverso una
prospettiva straniante - trasmettendo questa ossessione per tutto il
corso della lettura. La caccia alle streghe, la caccia a tutti coloro
che usano la menzogna e il travisamento della verità (vero tema del
libro); il timore di non sapere di chi possiamo fidarci (e di noi
stessi?); la sete di controllo; il potere di vita e di morte sugli altri
che confonde le vittime con gli aguzzini; l'indagine sul sentimento
dell'amore, che rimane l'incantesimo più difficile da decifrare.
Più che un thriller, preparatevi a un racconto disturbante sulle vostre
paure, anzi sulla paura più grande di tutte: che il nostro mondo sia
davvero questo.
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