lunedì 3 giugno 2013

Se gioventù sapesse

Riflessione obiettivamente insopportabile e senza un punto chiaro d'arrivo su un oggetto quotidiano inteso come una specie di amuleto casalingo, che mi serve da pretesto per scrivere un nuovo post mentre aspetto la fine della centrifuga.


Dovremmo coltivare uno stendino.
Tutti dovremmo averne uno.
Ma il punto è: va coltivato, cioè rispettato e usato con cura.
Perché lo stendino ti permette di far asciugare i tuoi vestiti e dunque di indossarli. Ti permette di seguire una regola civile che prevede che non puoi girare completamente nuda (almeno in questa porzione di cultura) di non avere freddo, di assecondare un tuo gusto personale. Mi sembra già abbastanza per correre a comprarsene uno. 
Vale la pena però approfondire. Dunque dicevo, lo stendino. 
Lo stendino accoglie le tue cose. Gli fa passare l'aria attraverso. E' una specie di finestra, di fenditura, è un filtro, una porta. Fa prendere aria alle cose, che altrimenti metteresti per terra. Lo stendino le eleva, non so se mi spiego. 
E' come la passeggiata all'aria aperta: ti schiarisce le idee. La cosa ha un che di filosofico, e anche se il "che" solitamente è tra le cose più ardue da spiegare - come un lenzuolo matrimoniale! - ci proverò portando il famoso caso del calzino.
Il calzino, prima di stendersi sullo stendino, è un pezzo di stoffa zuppo, niente di più.
Un volta che lo stendino lo ha accolto il calzino, esso lo trasforma.
Ciò a cui non abbiamo la fortuna di assistere - perché di solito uno stende la mattina prima di uscire per andare a lavoro e ritira tutto la sera - è questa grande trasformazione, trasmutazione, reincarnazione in qualcosa d'Altro.
Alla sera noi conosciamo il Calzino: coprirà il piede, lo terrà caldo e lo vestirà prima di fare il debutto mattutino nella scarpa. Per i piedi il debutto è importante. 
Anni di preparazione sembrano ridicoli quando giunge il fatidico momento (c'è una nutrita bibliografia sull'importanza del piede e tutta una letteratura feticista che neanche vi sto a dire).
Insomma, lo stendino. Anzi, lo Stendino.
Sicuramente Astolfo, oltre al senno di Orlando, si è caricato sull'ippogrifo anche uno stendino (ma Ariosto non poteva scriverlo: gli Estensi - borghesi - avevano l'asciugatrice).
Trattate sempre bene il vostro stendino, è un oggetto magico, quando spalanca le braccia è per compiere un incantesimo.

 
 

1 commento:

  1. Io ho sempre voluto bene allo stendino, da piccola mi ci mettevo sotto e facevo finta che fosse una casetta, anzi all'epoca mi sembrava anche abbastanza grande. Sanno essere maestosi, pragmatici, versatili...Insomma lo stendino è un grande compagno di vita, è giusto intesserne le lodi!

    RispondiElimina