martedì 19 giugno 2012

Hangover

Relazioni che non finiscono.
I postumi sono sempre qualcosa di più grosso e ingombrante di quello che li aveva provocati.
Lasciare attaccata la spina del ricordo, della cortesia, dell'affetto, del "già che ci sto"
Non saper rinunciare a qualcuno
Continuare a palesarsi nella sua vita
Come i commenti in bacheca o i "mi piace" sulle tue foto:
pisciatine giornaliere.
"Sono ancora qui! Mi vedi? Mi vedi?".
"magari ti vedi con un altro. Ma io, già sono ancora qua".
Ti sfrecciano accanto di scatto e non fai in tempo ad accorgerti che ti hanno attaccato un pesce d'aprile sulla schiena.
I tuoi principi del cuore adesso sono cani - o forse hanno sempre abbaiato ma tu sentivi solo "sei bellissima"
E ora marcano il territorio, ti si cuciono addosso come le ombre, come gli scontrini delle cose che ho consumato e che rantolano - "ciaf ciaf" - dal fondo della mia borsa, mentre cerco qualcos'altro.
Mi ricordano cosa ho fatto, dove ho bevuto, quando ho fumato di nuovo.
Non servono a un cazzo.
E la loro giornata è un interporsi continuamente tra te e un prossimo amore,
come il pasto del pranzo digerito male che ti si rinfaccia alla sera.
Come fai a cenare adesso? devi ricominciare da capo.
Riprenderlo e riscomporlo, a pezzetti, digerirlo appunto, ma di nuovo, e ancora e ancora.
E le risacche dei sentimenti sono proprio succhi gastrici.



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